La proposta dell’unione europea di bloccare l’immatricolazione delle vetture a motore termico dal 2035 è diventata una realtà dal 14 luglio 2021. 

In poche parole, significa che dopo tale anno, le auto elettriche e quelle a idrogeno saranno le uniche vetture reperibili sul mercato. 

Delle auto a idrogeno, si è parlato davvero poco, e in molti non sono nemmeno consapevoli della loro esistenza. 

Si tratta di auto a motore elettrico, che ottengono l’elettricità necessaria, tramite dei processi chimici che avvengono all’interno di un dispositivo, chiamato: “fuel cell”. 

Ciò che rende davvero speciali queste vetture, è il tempo per fare il rifornimento completo, pari a quelli delle auto “tradizionali”, e l’assenza di emissioni di CO2 dai tubi di scarico, infatti, l’unico gas di scarico prodotto è il vapore acqueo.

Beh, allora è giusto chiedersi cosa ci trattenga dalla loro diffusione nel mercato mondiale. La risposta è semplice: il prezzo alto, lo stoccaggio e la distribuzione. Infatti i prezzi sia per le macchine che per il carburante sono elevati mentre lo stoccaggio risulta complicato, visto che la densità dell’idrogeno è bassa, quindi è necessaria l’implementazione di nuove tecnologie. Per concludere, la distribuzione è ostacolata dalla mancanza di una rete di fornitura dell’idrogeno.  

Un’altra difficoltà da risolvere è il modo in cui si produce l’idrogeno. Oggi, il 96% dell’idrogeno totale, proviene da fonti non rinnovabili, e per questo, viene chiamato “grigio” col fatto che emette CO2 nel processo di produzione. Poi c’è l’idrogeno “blu”, che a differenza dal primo risulta “carbon free” dato che la CO2 viene catturata e stoccata. E per ultimo, l’idrogeno “verde”, realizzato, attraverso elettrolisi, con l’acqua ed elettricità da fonti rinnovabili. Quest’ultimo risulta il più “green” e sostenibile in quanto è l’unico che non emette CO2 durante la sua produzione.

Questi limiti, precedentemente esposti, sono sicuramente molti, ma questo non vuol dire che non siano insormontabili. Infatti, si suppone che tramite grandi investimenti finanziari, sia statali che privati, sia possibile scuotere il settore risolvendo o comunque minimizzando i problemi riscontrati.