Come tutti sappiamo, durante la didattica alternativa abbiamo avuto la possibilità di seguire dei corsi proposti dagli studenti stessi, che parlavano degli argomenti più vari.

Tuttavia tra “primo soccorso“, “cineforum“, “fotografia” e molte altre attività, ce n’è stata una che è spiccata sulle altre, in termini di partecipazione e, a mio avviso, non solo. È stato il corso di concerto, dove cinque studenti di classi ed età differenti si sono uniti formando un gruppo musicale e si sono esibiti a scuola, in palestra. Si chiamano i Ruins, composti dal chitarrista, Simone Villani, Bassista, Alessandro Petracca, batterista, Michele Montefusco, Cesare Ubertini al pianoforte e cantate Melissa Zuccari. La loro band ha avuto molto successo visto che molti alunni hanno apprezzato le canzoni, colmando qualsiasi silenzio con applausi e complimenti.

La parte migliore è certamente stata negli ultimi minuti, quando hanno suonato “Jailhouse Rock” di Elvis Presley, facendo alzare tutti a ballare e accompagnandoli con questo ritmo anni 50′ che ha reso tutti più spensierati e allegri. Tutti i ragazzi sono usciti col sorriso sul volto e un’espressione di grande felicità, per questo ci auguriamo che molti altri possano conoscerli ed ascoltare la loro musica. Abbiamo pensato quindi di presentarli meglio in un’intervista.

In quale stile musicale vi identificate?

S: Definirci sarebbe impossibile, suoniamo un po’ di tutto, dal blues e jazz al pop rock

M: Beh si… Diciamo che i generi che ascoltiamo influenzano quello che suoniamo

Cosa volete esprimere con la vostra musica?

S: La musica è una parte fondamentale delle nostre vite, noi semplicemente portiamo avanti ciò che ci piace fare, suonare insieme, il fare un qualcosa di costruttivo con gli altri, in qualche modo poi, se le cose andranno in porto proveremo con i pezzi che stiamo scrivendo anche a trasmettere i nostri valori, i quali possono spaziare da esperienze di vita ai nostri pensieri più profondi.

Perchè avete scelto di fare questo corso a scuola?

A: In primis è per ispirare la gente.

Suonare uno strumento è estremamente formativo ed è anche divertente, inoltre aiuta anche a capire la musica che si ascolta, è creativo.

C: Magari qualcuno vedendoci suonare potrebbe aver pensato che forse potrebbe essere una bella esperienza seguire il nostro esempio.

A: E secondo, per concretizzare il nostro progetto. Inizialmente doveva trattarsi di un talent show

S: successivamente con lo scorrere del tempo è diventato un concerto in cui gli unici ad esibirsi siamo stati noi, è stata per noi una grande sfida, un “esame” di ciò che abbiamo studiato per anni, il sogno di molti musicisti probabilmente è quello di, un giorno, suonare in gruppo davanti ad un pubblico, o almeno, per noi lo era, e lo sarà ancora, accontentarsi certe volte fa male!

Come vi siete sentiti dopo aver suonato rispetto a prima di cominciare?

M.z: Ci saremmo aspettati di avere tanta ansia da prestazione, cosa che non è successa, sia perché ci sentiamo “padroni” dei nostri strumenti, sia perché ci siamo preparati abbastanza

M: inoltre, dopo aver rotto il ghiaccio con uno dei nostri pezzi forti (Seven Nation army) è tutto in discesa da questo punto di vista.

Quali canzoni avete suonato?

A:Il nostro repertorio è formato da parecchie canzoni, dal blues al pop rock, ne citiamo alcune:

Seven nation army

Billie Jean

M: Just The Two of Us

Anyway

Avete un pezzo forte? se si qual è e perchè?

C: Potremmo dire che il nostro pezzo forte per ora è “Seven Nation Army”, una canzone tutto sommato semplice e dalla melodia molto famosa, che però è efficace.

Gli studenti sembravano assortiti e attirati dalla vostra musica, avete qualche altra attività per la scuola? parteciperete al D’assisi’s Got Talent?

S: Sicuramente abbiamo riscosso più interesse di quanto ci aspettavamo, del resto abbiamo suonato pezzi vecchi, comunque oltre a suonare, che è il nostro impegno principale, più o meno tutti siamo impegnati nella scuola.

M.z: Parteciperemo sicuramente al D’assisi’s got talent con un pezzo scritto da noi, speriamo di vincere ma anche solo l’esperienza ne varrà la pena, alla fine l’importante è divertirsi.