Anche quest’anno è arrivata l’autogestione e iniseme sono venuti i conseguenti spargimenti di sangue, sudore e lacrime. Lacrime non mie e sangue non mio, visto che come mio solito mi sono limitato a stare in un angolino a ridacchiare mentre prendevo appunti, ma vi assicuro che ci sono state. Almeno figurativamente ecco.
Ho visto le lacrime di poveri studenti obbligati da terribili tiranni a non passare tre giorni in palestra e ho visto il sangue spargersi durante profondissime discussioni.
Anche quest’anno l’autogestione stava per tradursi nella settimana nel nulla, un momento di riposo per molti e di ripasso per alcuni.

“fatt’ hanno del liceo mio cloaca
del telefonino e del fumo d’iqos; onde ’l perverso
che cadde di qua sù, in palestra si placa

Tuttavia, quest’anno, forse più degli altri, si sono viste persone che si impegnavano davvero. Studenti e professori che credevano in questa iniziativa hanno combattuto con fervore, armati di appunti e slide su PowerPoint.

Un’affascinante battaglia in nome di gloria e onore

(non sono state messe 12 ore di palestra)

Una delle tante battaglie di questa guerra è stato il corso riguardo lo Ius Scholae. Dove, sono stati presentati i caratteri delle migrazioni, partendo dalla storia e arrivando all’attualità, il momento in cui noi giovani possiamo agire, e il momento in cui l’accoglienza è l’unica soluzione.

Un argomento molto interessante che è stato presentato, e che con piacere riporto ai nostri lettori, è come le immigrazioni non siano tanto causante da condizioni di disagio quanto dallo sviluppo economico. Quando un paese attraversa la propria “rivoluzione industriale”, enormi masse di lavoratori si spostano dalla campagna alla città, generando quindi ingenti flussi migratori. Nel momento in cui le città limitrofe non hanno abbastanza posti di lavoro, ecco che tali flussi migratori si riversano in altri paesi, più sviluppati e che possono accoglierli.
La situazione pocanzi presentata, non è tanto il frutto dell’opinione degli organizzatori del corso, quanto un movimento storico facilmente riscontrabile anche in tempi per così dire recenti. Basti pensare al 1910 italiano, quando a seguito di un innalzamento del PIL, le emigrazioni schizzarono alle stelle, con le famose valigie di carta e la quarantena con vista sulla Statua della Libertà.
Le emigrazioni non sono il capriccio di sporchi stranieri che ci vogliono rubare il lavoro, ma un movimento naturale della storia.

Dei semplici studenti hanno reso evidente l’ipocrisia di argomentazioni sostenute da fior fiore di politici: quella che ho citato è solo una delle tante argomentazioni tenute durante questo corso, ce ne sarebbero tante altre degne di nota. Una tra queste è il fatto che aiutarli a casa loro non è solo inutile, ma anche dannoso, visto che quei milioni di euro che mandiamo vengono “investiti” in campi di detenzione.
Ovviamente, anche i sonnambuli hanno fatto la loro parte, ridacchiando con la loro caratteristica voce stridente e acuta, o andando a sfidare con pungentissime provocazioni chi cercava di insegnargli qualcosa.

Per concludere, quest’autogestione è stata una battaglia dell’io contro il non io, dove la conoscenza ha sfidato con il coltello fra i denti l’ignoranza. E nonostante questa mia ironica invettiva, mi piace pensare che tra una battutina e l’altra ai sonnambuli sia arrivato qualcosa.