Come si può notare, i prezzi dell’energia, soprattutto nel vecchio continente, hanno annotato una salita vertiginosa. La causa di tale effetto è il conflitto armato tra la Federazione Russa e l’Ucraina, al quale l’Unione Europea ha prontamente risposto con sanzioni verso la Russia e un limite imposto all’ importazione di idrocarburi russi. Tali decisioni hanno reso il prezzo di gas e petrolio molto più alti su tutti i mercati globali.

Attualmente l’Italia produce in media la metà del proprio fabbisogno energetico dal metano, quindi è abbastanza intuibile il motivo del rincaro delle bollette della luce. 

Ma è lecito chiedersi come sia la situazione per i produttori di elettricità da fonti rinnovabili, e la risposta è che questi vendono l’energia allo stesso prezzo dei produttori che si servono del gas, ciò a causa del: “ sistema di prezzo marginale” 

Il sistema di prezzo marginale, è l’attuale modello su cui si basa il mercato energetico in Italia e in Europa.

In tale sistema, i produttori di energia dichiarano ogni giorno alla GME (Gestore dei Mercati Energetici) quanta elettricità sono in grado di produrre e a che prezzo per il giorno seguente. Poi la GME acquista l’elettricità partendo dai produttori che offrono i prezzi più bassi, continuando poi a salire con i produttori che la propongono a prezzi più alti, fino alla soddisfazione del fabbisogno. Alla fine, però, tutti i produttori verranno pagati secondo il prezzo dell’ultima offerta, cioè quella più alta.

In parole più semplici, ciò vuol dire che l’energia fornita dai produttori che offrono i prezzi più bassi (cioè attualmente coloro che utilizzano le fonti rinnovabili), verrà commerciata allo stesso costo del fornitore con il prezzo più elevato (quindi i produttori di energia che usufruiscono del costoso gas). 

Di conseguenza ci si chiede l’utilità e l’obiettivo dell’esistenza di tale sistema. Questo, entrò in funzione per la prima volta nella Gran Bretagna del 1989, con lo scopo di incentivare la produzione energetica dalle fonti rinnovabili. Infatti precedentemente il costo degli idrocarburi era molto inferiore rispetto ad oggi, quindi la produzione da tale fonti era più conveniente, e ciò avrebbe allontanato gli investitori dall’energia verde. 

Un abrogazione di tale sistema risulterebbe estremamente d’aiuto all’attuale situazione, ma tale modello continua a permanere malgrado i danni che sta infliggendo ai portafogli dei cittadini. Secondo il mio punto di vista, tale mancata revoca, è causata dal poco dinamismo che dimostrano i governi europei appesantiti da una burocrazia troppo invadente. 

Fonti:

-geopop 

-selectra.net 

-ilfattoquotidiano.it