I recenti attacchi missilistici contro l’Ucraina da parte della Russia, hanno reso palese come quest’ultima sia dipendente da una continua offensiva via aerea come propaganda della propria potenza militare. Questa propaganda però si nutre del sangue di innocenti. I bombardamenti hanno infatti terrorizzato i civili, distrutto infrastrutture essenziali e causato caos.

Oltre a terrorizzare il fronte, la guerra ha anche minato la percezione di sicurezza dell’Europa, che per risposta ha organizzato una tattica difensiva. Infatti il 13 ottobre 2022 Berlino ha riunito quattordici paesi membri della NATO (con l’aggiunta della Finlandia), al fine di stipulare e firmare una lettera di intenti che avvia lo sviluppo del “European Sky Shield Initiative”. Questo progetto ha l’obbiettivo di proteggere i cieli di tutto il vecchio continente, integrando e coordinando i sistemi di difesa aerea e missilistica.

Un’iniziativa così imponente suggerisce che l’Europa abbia osservato da vicino la difficile situazione dell’Ucraina e stia agendo preventivamente contro le potenziali minacce ai propri cieli.

I paesi che partecipano sono: Germania (nel ruolo di leader e guida), Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Slovacchia, Slovenia, Romania e Regno Unito

In molti ritengono che questa iniziativa in un futuro (ancora non ben determinato), possa direttamente coinvolgere anche il paese ucraino visto l’attuale conflitto con la Federazione Russa. L’Ucraina infatti ora possiede un ampio repertorio di esperienza che potrebbe assumere un’importanza determinante nella difesa europea.

Analizzando i paesi che hanno aderito all’iniziativa tedesca, si può notare come questi non dispongano di sufficienti capacità tanto in ambito industriale quanto militare per la creazione di un sistema talmente avanzato. Di conseguenza questa alleanza potrebbe essere vista per i paesi meno sviluppati come un’ottima occasione per dividere costi e investimenti con la Germania, mentre per il paese tedesco come un’opportunità per mantenere il proprio status di guida europea.

Ad un occhio poco attento, questo progetto sembra un’iniziativa dell’UE, ma tale valutazione sarebbe erronea, infatti si tratta di un’iniziativa multinazionale che riunisce diversi stati, indipendentemente dall’unione europea. Infatti, questo patto non rientra nemmeno nella PESCO (Cooperazione strutturata permanente nella politica di difesa e sicurezza comune).

Ora però entriamo nel merito dell’iniziativa.
Il progetto in questione, presentato da Olaf Scholz, si dovrebbe articolare per ora in due sistemi di difesa aerea: il sistema aereo tedesco IRIS-T a corto raggio e il Patriot il sistema a medio raggio statunitense. Vi è anche la possibilità in futuro dell’aggiunta del sistema Arrow-3 a lungo raggio (prodotto da Israele e Stati Uniti) e del NASAMS a corto e medio raggio (di produzione norvegese in collaborazione con gli USA).

Questo progetto di difesa, dovrebbe andare a rafforzare ed integrarsi a quello già preesistente, il “NATO IAMD” (realizzato nel lontano 1961).

Fonti:

ecfr.eu           (European council on foreign relations)

https://ecfr.eu/article/test-drive-how-ukraine-could-strengthen-europes-sky-shield-initiative/?amp

nato.int

https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_208103.htm

analisidifesa.it

finabel.org