Kobe Bean Bryant è nato a Filadelfia il 23 agosto 1978, e tutti noi lo conosciamo come: il numero 24 dei Los Angeles Lakers. Non tutti sanno che Kobe Bryant ha ricevuto le sue radici della pallacanestro in Italia.

Kobe fin da piccolo aveva un pensiero costante; la leggenda narra che lasciò il grembo della madre con un pallone da basket fra le braccia. Bryant, infatti, ha da sempre una passione in comune con suo padre Joe: la pallacanestro. Kobe Bryant, del resto, possiede metà del cuore azzurro-Italia, dove è cresciuto con la sua famiglia. Dai 6 ai 13 anni il piccolo Kobe segue il padre che gioca nelle squadre italiane di Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia.

Il caro Kobe, in Italia, frequenta la scuola pubblica Lisciano, mentre nel tempo libero si va ad allenare con il padre al Palaloniano. In quei giorni, Kobe impara a giocare, osservando e mettendosi in gioco quando poi, trasferiti a Reggio Calabria, inizia a giocare seriamente a minibasket. In seguito, dal 1987 al 1989, Kobe, i genitori Pamela e Joe e le sorelle Sharia e Shaya, si trasferiscono a Pistoia. Per altri due anni stabiliscono la loro vita a Reggio Emilia, dove ora si trova una dedica commmemorativa per Kobe e per la figlia, proprio dove ha preso la rincorsa per poi spiccare il volo negli Stati Uniti.

All’età di 11 anni, durante un allenamento, Kobe si reca un dolore al ginocchio. Nello spogliatoio i suoi compagni cercano di consolarlo, mentre lui dice piangendo che questo infortunio limiterà la sua carriera nell’NBA. Sette anni dopo, Kobe arriva fiero ai fari dell’NBA. Nella lunga partita della sua carriera Kobe diventa una delle stelle di spicco del basket, ricoprendo il ruolo della guardia indossando il numero 8 e il 24.

Il 26 gennaio 2020 muore a Calabasas: si trovava all’interno di un elicottero con la figlia Gianna Maria e altre sette persone, quando l’elicottero si è schiantato a causa di un disorientamento dovuto alla nebbia e alle condizioni meteorologiche. Kobe oggi fa parte della Naismith Hall of Fame, che deve il suo nome al creatore della pallacanestro: James Naismith. Il giorno della sua morte, i cuori e le menti di centinaia di persone in tutto il mondo si sono riuniti in un unico pensiero: il nostro black mamba aveva concluso la sua partita.

Kobe Bean Bryant: il sogno di diventare un cestista…sotto il cielo italiano.