Amedeo Modigliani è stato un uomo inquieto e tormentato, un artista che nelle sue opere ha raccontato la luce infinita delle donne, con i loro sguardi che raccontano profumi e trasparenze dell’animo.

Nato a Livorno nel 1884, è stato uno degli artisti più influenti del ‘900. Modigliani si appassionò alla pittura da bambino, e nel 1906 decise di trasferirsi a Parigi dove entrò in contatto con l’impressionismo francese e con le personalità più grandi dell’epoca, tra cui Picasso e Cezanne.

Prima della pittura, Modigliani era un appassionato di scultura ma, per motivi di salute, fu obbligato ad abbandonarla a causa delle polveri che inalava durante i lavori. A Parigi entrò a far parte dei cosiddetti “artisti maledetti”, e venne soprannominato “Modì“, dalle prime lettere del cognome, la cui pronuncia somiglia alla parola francese “maudit”, cioè “maledetto”: infatti con la sua vita bohemienne, incarna alla perfezione la figura dell’artista anticonformista e antiborghese.

Tutta la sua vita fu caratterizzata da uno stile di vita piuttosto intenso, fatto di malattie, studi, amori ed eccessi. Non godeva di buona salute, per questo morì a soli trentacinque anni per una meningite tubercolosa.

Modigliani non ha eguali, è unico nel suo stile e nella sua personalità. Ci ha lasciato opere originali di facile identificazione e il suo principale interesse era la figura umana. Sono celebri i suoi ritratti femminili, che presentano due particolarità: gli occhi privi di pupille e un collo partlicolarmente sottile e allungato.

Perché il pittore ha fatto scelto una rappresentazione del genere per i suoi dipinti? Ci sono due ipotesi a riguardo.

La prima riguarda l’incapacità di relazionarsi con persone dell’altro sesso: infatti, con Jeanne Hébuterne, la donna della sua vita, ebbe una relazione assai travagliata. Aveva una profonda e irrequieta paura delle donne, probabilmente motivata da traumi del passato e in parte derivata dal suo personale modo di affrontare e vedere la realtà, ben lontana dalle regole comportamentali pacifiche tra uomini e donne, che caratterizzavano la società francese del suo tempo.

La seconda ipotesi espone sempre il rapporto tormentato con l’altro sesso, ma in chiave più intima e meno scientifica: l’artista non dipingeva mai gli occhi delle sue modelle, almeno finché non fosse in grado di capirne l’animo. Gli occhi, per antonomasia, sono lo specchio dell’anima, quindi nei suoi quadri le pupille diventano metafora di una realtà che non si può rappresentare in forma assolutamente esatta. Molti dei modelli che il pittore ha dipinto confessarono che farsi ritrarre da Modì era come “farsi spogliare l’anima”.

Una curiosa particolarità della pittura di Modigliani sta nel ritratto che fece al pittore Léopold Survage, dipinto con un occhio “vivo” e l’altro “accecato”. Alla domanda dell’amico sul perché lo avesse rappresentato così, rispose: “Ti ho dipinto così perché con uno guardi il mondo, mentre con l’altro guardi dentro di te”

A prima vista i personaggi possono sembrare monotoni e bloccati. Il contorno delle loro figure è netto e spicca sullo sfondo che generalmente è sfocato, appena accennato. I colori non sono mai vivaci, come a dimostrare che per il pittore fosse più importante il tratto e non la colorazione stessa. Con tutti questi particolari sembra che il pittore voglia sottoporre il soggetto ritratto a un processo di spersonalizzazione e stilizzazione, fino a farlo diventare un’entità astratta, senza anima.

Nonostante le caratteristiche descritte, i quadri di Amedeo Modigliani non perdono mai vita e le figure ritratte non sono mai deformi. Si potrebbe restare a guardare i suoi quadri per ore perché hanno un effetto ipnotizzante tale da far percepire i sentimenti della donna rappresentata e far provare un velo di malinconia.

Non poter dipingere gli occhi indica l’inespressa visione artistica che non può in alcun modo concretizzarsi, poiché fa parte dello stesso processo creativo che porta l’autore a produrre le sue opere. Ed è forse questa la lezione filosofica di Modigliani: l’Arte può esprimere milioni di cose, ma mai quelle che veramente vuole comunicare l’artista.