Il 29 gennaio del 2020, il Parlamento Europeo approvò l’accordo sulla Brexit, permettendo così al Regno Unito di staccarsi dall’UE -per la gioia di molti-. Gli intenti della Brexit sono:

• Garantire al Regno Unito maggiore controllo sulle proprie leggi e regolamenti, senza il rischio di perdere sovranità nazionale a causa di politiche europee imposte dall’alto.

• Sfruttare a pieno il commercio con altre potenze industriali, come Giappone, India e USA.

• Migliori accordi commerciali e una gestione dell’immigrazione più selettiva potrebbero avere effetti positivi sul mercato britannico

Ma è davvero tutto oro quel che luccica?

Dopo 2 anni, la situazione economica del Regno Unito è mutata profondamente. Secondo il punto di vista di diversi analisti tecnici, però, siamo al punto iniziale di una catena di sconvolgimenti, che proseguirà ancora a lungo.

Già ad inizio 2021, per esempio, il PIL (prodotto interno lordo) britannico si è contratto dello 0,5%, visti i diversi problemi riguardo gli scambi commerciali, verificatisi con i paesi dell’Unione Europea. La Commissione Europea stima, inoltre, che entro la fine del 2022, non solo il PIL perderà il 2,25 % del suo valore, ma addirittura, sia le esportazioni che le importazioni sono destinate a calare del 15% rispetto agli anni precedenti.

In realtà questo è solo l’inizio di una macchia d’olio di problemi, che investiranno il Regno Unito nei prossimi mesi.

La pandemia di COVID-19 di certo non ha aiutato, aggravando uno dei tanti problemi causati dalla Brexit, quello della carenza di autotrasportatori. Ben ventimila lavoratori europei, col compito di rifornire i distributori di benzina, hanno lasciato il Paese. A peggiorare il tutto, i circa quarantamila test annullati per ottenere la patente da autotrasportatore .

Impossibile non citare la permanenza dell’Irlanda del Nord nel mercato europeo e nell’unione doganale, che ha portato notevoli problemi alle aziende inglesi e lo scontento dei cittadini irlandesi, visti i ferrei controlli sulle merci.

Se la Brexit fino ad ora vi sarà sembrata una bastonata, sappiate che il vostro punto di vista peggiorerà di molto.

Il guadagno generato dal turismo è nettamente crollato. Molti potranno credere che il 2020 sia stato l’anno peggiore per il settore, visto lo scoppio della pandemia; in realtà nel 2020 circa undici milioni di turisti si sono recati nel Regno unito (ben 40 milioni nel 2019 prima del COVID) mentre nel 2021 sette milioni. Il numero sembra destinato a scendere.

Complessivamente, l’economia britannica si è ridotta del 9,7%, il suo più grande calo corrispondente al declino annuale nel 1921, quando l’economia era ancora alle prese con i costi della Prima Guerra Mondiale.

Ne è davvero valsa la pena?

Fonti:

https://www.ig.com/it/brexit/pro-e-contro-della-brexit

https://www.ilsole24ore.com/art/un-anno-brexit-tutto-rifare-AEGxAR2?refresh_ce=1

https://www.ilpost.it/2021/10/22/impatto-brexit-economia-britannica/