Il secolo del Romanticismo è l’Ottocento, in cui avvengono cambiamenti sociali, politici e culturali. Il Romanticismo è il movimento che rifiuta gli ideali di bellezza classica e permette all’artista di essere libero nell’esprimere i propri sentimenti ed emozioni, dando sfogo alla fantasia.

Per quanto riguarda la letteratura, in quegli anni, c’è anche chi si schiera nella corrente classicista: è il caso Giacomo Leopardi (1798-1837).

C’è un autore affine a lui, nei contenuti e nell’approccio alla scrittura, che vive in un’altra parte del mondo, alcuni anni dopo. Si tratta di Mihai Eminescu (1850-1889), un autore di lingua rumena che apparterrà all’ultimo periodo del romanticismo europeo.

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Giacomo Leopardi
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Mihai Eminescu

Cosa hanno in comune due autori che non si sono mai incontrati e non hanno nemmeno vissuto nello stesso periodo storico?

Simile è stata la durata delle loro vite: trentanove anni. Verso la fine dell’Ottocento, grazie agli studi del filologo Romeo Lovera, sono stati individuati dei collegamenti tra il poeta recanatese ed Eminescu. Alcune tematiche comuni in entrambi sono l’elogio della letteratura antica, una xenofobia motivata dalla dominazione straniera, lo sgomento per l’inesorabile divenire cosmico e il sentimento della morte.

È molto importante, però, sottolineare una differenza fondamentale: Eminescu, rispetto a Leopardi, è stato un uomo d’azione che si è dedicato a numerosi mestieri e ha partecipato alla vita politica. Leopardi, invece, ha vissuto una vita molto monotona e povera di esperienze, soprattutto perché colpito dalla malattia. Nella solitudine, uno si nutriva della spiritualità delle opere filosofiche dei classici. L’altro, invece, girava per altre città come Vienna e Berlino, subendo l’influsso del pensiero romantico tedesco attraverso la poesia e la filosofia.

Anche la concezione di natura tra i due poeti è diversa. Leopardi inizialmente seguiva la concezione di Rousseau, cioè di una natura come madre benigna e provvidenziale, che pian piano si sgretola. Il poeta arriva a essere tremendamente negativo, affermando che la natura è una forza indifferente e fatale. Per quanto riguarda Eminescu, Gino Lupi, in Storia della letteratura romena (1968), scrisse che “soltanto la natura rimane amica fedele del poeta sino alla morte”.

Entrambi i poeti hanno avuto molto da offrire, erano originali nel loro modo di scrivere, e la filosofia guidava i loro pensieri. Bisogna pur sempre ricordare, però, che, per quanto possano identificarsi l’uno nell’altro, le loro conoscenze non sono state uguali, così come le influenze di ciascuno.

Mihai Eminescu in una delle sue poesie più con conosciute “Mai am un singur dor” scrive:

mi resta un sol desio:
nel calmo tramonto
morir col vostro oblio
all’orlo del mare.

Se non conoscessi l’autore, non penseresti che sia stato Leopardi a comporla?