Nello Sri Lanka, decine di elefanti continuano a morire dopo aver ingerito chili di plastica da una discarica nei pressi del villaggio di Pallakkadu. La specie, col passare degli anni, è diventata sempre più vulnerabile, a causa della perdita del suo habitat naturale. Molti esemplari sono costretti ad avvicinarsi al villaggio in cerca di cibo, rischiando di venire uccisi da bracconieri e contadini, che vedono le proprie coltivazioni rovinate da questi animali. Secondo il veterinario Nihal Pushpakumara, gli elefanti hanno ingerito plastica, materiale per definizione non biodegradabile, che poi li ha conseguentemente portati a una morte estremamente dolorosa.

Sono circa venti i pachidermi morti a causa dei rifiuti negli ultimi otto anni. Nel paese, gli elefanti nel 2011 sono passati da essere 14 mila a 6 mila esemplari, un calo drastico della popolazione. Al momento sono circa trecento gli elefanti che vagano per le discariche in cerca di alimenti e che, purtroppo, rischiano così di andare incontro alla morte.

Con l’aiuto dell’EU, nel 2008 il governo aveva istituito un sito di gestione dei rifiuti nel borgo. Purtroppo, però, l’immondizia raccolta non venne mai riciclata e, sfortunatamente, nel 2014, la recinzione elettrica che proteggeva l’impianto fu danneggiata. Di conseguenza gli elefanti non hanno faticato a infrangere la barriera, ormai malandata, e, oggi, il problema persiste in quanto la recinzione non è più stata riparata da allora. Gli abitanti, nel mentre, per proteggersi dai pachidermi, hanno eretto delle staccionate elettriche fai-da-te intorno alle loro case mettendo in pericolo gli animali e sé stessi in primis.

Successivamente, nel 2017, il governo annunciò di voler implementare sia il riciclo dei rifiuti nelle discariche vicine alla fauna selvatica, sia recinzioni elettriche intorno ai siti per tenere lontano gli animali. Misure che, però, tutt’oggi ancora non sono state implementate e, finché il governo non deciderà realmente di intervenire, non accadrà mai.