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Qualche giorno fa, come molti sapranno, un ragazzo appena maggiorenne è stato vittima di “un incidente“. “Un incidente“, questo riporta il Corriere della Sera per descrivere l’accaduto che di incidentale non ha proprio nulla. Perché le morti sul lavoro, e l’ex alternanza scuola-lavoro di fatto è questo, sono una vera e propria piaga che non si riesce, ma aggiungerei anche che non si vuole provare, a debellare.

Dopotutto in Italia, il fantastico mondo del lavoro che, con l’aiuto di questi progetti PCTO, abbiamo fretta di far comprendere, vivere e, soprattutto far accettare ai ragazzi, è più marcio della candidatura di Berlusconi come presidente della Repubblica. Lavorare oltre l’orario previsto, senza contratto, o, nel migliore dei casi, senza straordinari pagati e senza la possibilità di rifiutarsi, sono le caratteristiche principali a cui le aziende sono realmente interessate nell’assumere dipendenti. Sarebbe futile perdere tempo a spiegare perché le aziende assumono sempre meno, a prezzi sempre più bassi e con sempre minori garanzie di contratti a tempo indeterminato. Purtroppo, allo stesso modo, sarebbe inutile provare a negare l’evidenza del problema davanti al 28% dei giovani in Italia che attualmente è senza lavoro.

Ben inseriti in questo contesto dove i dipendenti, specialmente giovani, versano in condizioni pietose, la domanda più ovvia da porsi è sul senso dei percorsi PCTO: cosa vogliono davvero insegnare di un mondo da cui non c’è niente da imparare e che, anzi, andrebbe stravolto? Chi sarà a cambiare in maniera radicale il sistema che attualmente non funziona? Sfortunatamente, non è questo il quesito a cui l’ex alternanza scuola-lavoro vuole rispondere e, anzi, il compito che al momento svolge è proprio l’opposto: garantire che il rivolgimento non avvenga. Il vero ruolo di questo subdolo progetto è assicurarsi che i ragazzi entrino nell’ambiente lavorativo già rassegnati all’idea che devono adattarsi e sottostare a queste condizioni. Rassegnati all’idea che devono lottare per sopravvivere, che devono accettare contratti a ribasso per pagare l’affitto, rassegnati all’idea di non raggiungere mai la stabilità del contratto a tempo indeterminato, o se vogliamo, del “posto fisso” e di conseguenza la pensione. L’accettazione della sconfitta della lotta di classe avvenuta nei decenni passati, è la base dell’ex alternanza scuola-lavoro.

I percorsi PCTO non danno, infatti, nella maggior parte dei casi, nessun tipo di conoscenza, né teorica né tantomeno pratica. Cosa potrà mai insegnare a uno studente, un’azione ripetitiva come consegnare i pacchi per conto di Amazon, quando il suo indirizzo lo porta a studiare e a formarsi per altro? L’unico scopo è di formare nuovi lavoratori sottopagati, pronti a non lamentarsi delle proprie condizioni e che anzi si sentano riconoscenti nei confronti dell’azienda, che li ha assunti per un contratto di €800 al mese, perché “Noi almeno un lavoro lo abbiamo” come se pensare a chi sta peggio li facesse realmente sentire sollevati.

Mentre le aziende sfruttano queste ore obbligatorie di manodopera gratuita degli studenti, lo Stato (s)fortunatamente non rimane fermo a guardare e infatti, nel Recovery Fund, si dice pronto a stanziare parte dei fondi, destinati all’istruzione, per i percorsi PCTO, così le aziende potranno non solo sfruttare gli studenti per sopperire alla loro mancanza di personale, ma verranno anche ricompensate per averlo fatto. Insomma una manna dal cielo per le grandi imprese, l’ennesima sconfitta della scuola.

Dunque Lorenzo è morto facendo quello per cui è pensato il PCTO. Stava imparando il più possibile del mondo lavorativo: non chiamiamolo un incidente, non accusiamo la sorte, perché non ne è responsabile. I responsabili sono coloro che tagliano sulla sicurezza, chi glielo permette e chi vuole insegnare che sia giusto farlo.

Questo è il motivo principale per cui Venerdì alcune scuole, la nostra compresa, hanno organizzato uno sciopero la cui partecipazione è fondamentale, per ribadire che non staremo a guardare mentre la nostra più grande occasione, il PNRR, diventa il nostro più grande timore. Non staremo a guardare altri ragazzi morire per gli interessi delle grandi aziende.

Venerdì partecipa allo sciopero alle 9:00 a Largo Agosta, fai sentire la tua voce.