Antony Blinken, segretario di stato statunitense e Sergej Lavrov, ministro degli esteri russi


Duecento milioni è il valore in dollari del pacchetto di aiuti per l’Ucraina consegnati da un 747 americano. Mentre da un lato si intensificano i canali della diplomazia con Blinken, che venerdì ha incontrato il ministro degli esteri russi Sergej Lavrov a Ginevra, dall’altro a Kiev sono arrivate le prime forniture comprendenti missili, mitragliatori pesanti e missili anti-tank Javelin. Ammonta a novanta tonnellate il peso degli aiuti USA, cosa che presto invierà anche la Gran Bretagna a scopo difensivo.

L’ambasciata americana ha chiesto nei giorni scorsi l’evacuazione del personale non essenziale da Kiev, che conferma la preoccupazione di un eventuale intervento militare russo, nel caso in cui fallirà la missione diplomatica fra Cremlino e Washington.

Mosca attende questa settimana le risposte scritte alla richiesta di respingere all’Ucraina la possibilità di entrare nella NATO. Il 21 gennaio Joe Biden ha ribadito che se anche solo un’unità russa dovesse invadere il territorio ucraino, sarebbe considerata un’invasione. L’Italia in tutto ciò non deve osservare con distacco la situazione, poiché la crisi rischia di diventare calda e coinvolgerà direttamente il Mediterraneo. Infatti se la Casa Bianca interverrà, solamente le forze schierate nel mare che bagna l’Italia potranno agire senza chiedere l’autorizzazione agli alleati. Sarà una vera e propria sfida navale fra Russia e USA. I Russi nel mediterraneo posseggono tre sottomarini, una fregata, una corvetta e arriveranno nei prossimi giorni cinque navi classe Ropucha, oltre a un caccia classe Udoy rispettivamente dall’Atlantico e dal Golfo Persico. In precedenza non è stata mai schierata una flotta di guerra così importante, nemmeno durante la Guerra Fredda. Gli Stati Uniti, invece, hanno un sottomarino e una portaerei entrambi nucleari pronti a intervenire.

Analizzando però questa crisi da un punto di vista prettamente economico, si aprono scenari che destano non poche preoccupazioni agli Stati Europei. L’Europa ha un fabbisogno annuale di 450 miliardi di metri cubi di gas, dove la sola Italia ne richiede 75. A causa della crescente tensione, la Casa Bianca si è già mossa in casa araba, premendo sul Qatar affinché fornisca un’alternativa all’Europa. Ci sarà infatti un incontro fra Joe Biden e l’emiro al-Thani alla Casa Bianca. Non sarà facile aumentare i volumi perché la Cina è il principale cliente qatariota che paga più di tutti. L’Europa, così, sarà costretta ad aumentare i prezzi, che graveranno sulle tasche degli italiani. Se il Cremlino andasse a bloccare la fornitura all’Europa, di certo non ne trarrà profitto, dato che così facendo perderebbe molti soldi. Dati alla mano, come cita Antonio Fallico de il Sole 24 ore, “le fonti energetiche, come altre materie prime di cui la Russia è ricca, costituiscono la maggior parte delle sue esportazioni (52% del totale nel 2020)”.


Cosa ci possiamo aspettare dai prossimi giorni? La situazione è in stallo, il vertice di Ginevra si è concluso con un non accordo, con il ministro degli esteri russi che attende una risposta da parte di Blinken, che cercherà di non prendere impegni non troppo stringenti. I consiglieri politici francesi, tedeschi, russi e ucraini terranno a Parigi un incontro “in formato Normandia” sull’Ucraina orientale. Gli incontri diplomatici a questo punto saranno fondamentali per evitare una pericolosa escalation.