Finalmente, dopo anni, si è ricominciato a parlare di un tema poco discusso: l’utilizzo dell’Energia nucleare. In Italia, questo tipo di centrale è stato sin da subito, come è noto a voi tutti, ben accolto dalla popolazione, tant’è vero che, dopo pochi anni di attività, nel 1987 è stato indetto un referendum e ne è stato vietato l’utilizzo.

Da allora, a intervalli regolari, ci viene riproposta come soluzione a ogni problema (l’ultima volta, nel 2011, si è arrivati addirittura a un secondo referendum): bollette troppo alte? Il nucleare è economico. Transizione ecologica? Il nucleare è green. Difatti costruire nuovi reattori da 3,2 circa miliardi l’uno sarebbe la soluzione più economica per farci saltare in aria, senza considerare le spese di manutenzione, materia prima e delle strutture ospitanti le scorie.

Dopotutto ormai il nucleare è sicuro, come dimostra l’incidente di Fukushima in Giappone, nel lontanissimo 2011. Ovviamente va considerato che il Giappone è un’isola sottoposta ad alto rischio sismico, al contrario dell’Italia, che invece non è caratterizzata dalla presenza di faglie e, anzi, è un territorio geologicamente inattivo: basta pensare ai famosi vulcani Giapponesi, per rendersi conto di quanto l’Italia sia priva di questi fenomeni. Inutile quindi negare la sicurezza, che si coniuga perfettamente con l’aspetto green, che il nucleare sarebbe in grado di garantire.

Anche perché attualmente usiamo fonti fossili che, nel momento della combustione, rilasciano gas serra che creano non pochi problemi al nostro pianeta. Sarebbe quindi un grande passo in avanti avere solo scorie radioattive impossibili da smaltire e altamente tossiche per qualsiasi forma di vita, noi compresi. Ma i più brillanti diranno che la soluzione è sotto i nostri occhi: basta creare enormi strutture, che di sicuro non danneggiano l’ecosistema locale, volte alla conservazione sicura di questi scarti. Vogliamo negare la grande capacità organizzativa Italiana o i brevi tempi della burocrazia? Le scorie di sicuro verrebbero trattate al meglio.

Tuttavia, si deve considerare che il pluripremiato, ministro della Transizione Ecologica Cingolani non parla del classico nucleare, ma del famoso “nucleare di quarta generazione”: una nuova tecnologia che sarebbe in grado di produrre meno scorie e che, cosa più importante, non esiste. Tra l’altro questa innovativa perla della scienza moderna, tanto moderna non è: quest’idea nasce negli anni 2000 e ancora non se ne vede la fine. Ciononostante l’idea di mettere una grande centrale nucleare nel bel mezzo della pianura padana, una delle aree più densamente popolate d’Italia, è sempre una soluzione interessante e innovativa perché, senza ombra di dubbio, la stessa tecnologia che 40 anni fa non era considerata parte integrante del futuro, ora non può che essere la nostra più grande speranza. Viva il Nucleare!