Sergej Lavrov, capo diplomazia russa


Le parole del capo della diplomazia russa Sergej Lavrov hanno suscitato una reazione accesa in Europa. Ha dichiarato che “la Nato è diventata un progetto ideologico destinato a recuperare gli orfani del crollo del Patto di Varsavia e dell’Unione Sovietica”.


Il patto di Varsavia è stata un’alleanza militare fra gli stati socialisti del blocco orientale, nata come una reazione all’entrata della Repubblica Federale Tedesca nella NATO. Il 1º luglio 1991 venne firmato a Praga il protocollo ufficiale per lo scioglimento del Patto di Varsavia, ponendo fine a 36 anni di alleanza militare con l’URSS. Dopo il 1991, molti degli stati facenti parte dell’ex patto di Varsavia, ora aderiscono alla NATO.


La parola da evidenziare nella dichiarazione è “orfani”. Mosca crede, infatti, che l’Ucraina o la Polonia siano bambini che hanno perso i loro genitori. Lo sbaglio della Russia è che continua a osservare l’Europa ancora con un’impostazione ideologica di qualche anno fa, credendo che possa ancora conservare il diritto di controllare la sua vecchia influenza. L’unica certezza che il Cremlino vuole avere è che l’Ucraina non entri a far parte dell’alleanza Atlantica.


La NATO ha risposto che non chiuderà le porte a nessuno e nel frattempo ha aperto una collaborazione con Putin, chiamandolo a discutere. Mosca continua ad affermare che non hanno intenzione di attaccare l’Ucraina, ma per continuare a dialogare c’è bisogno di una maggiore collaborazione da parte dei Russi. Quest’ultimi sembra preferiscano relazionarsi con regimi autocratici o dittatoriali, come il Kazakistan. Putin continua a opporsi riguardo l’entrata nella NATO della Georgia e della Finlandia, ma gli sforzi del Cremlino, per fermare l’espansione della lega Atlantica a est, potrebbero creare un effetto boomerang.


Nel 2014, quando i russi hanno invaso l’Ucraina, la NATO ha aumentato le spese militari europee per la difesa dei confini, dispiegando così le proprie forze, le stesse che il presidente Putin oggi rifiuta. Una seconda invasione non comporterebbe nient’altro che altri Paesi intenzionati a stringere l’accordo con il patto Atlantico. Conviene, a Mosca, innescare una nuova guerra, per poi trovarsi lo Stato confinante pieno di soldati NATO?